Esempi di resilienza nell’essere umano

Da quando abbiamo inziato ad occuparci di resilienza delle organizzazioni e dei sistemi socio-tecnici complessi, la nostra attenzione si è subito rivolta verso la componete umana. Le performance umane all’interno di questi sistemi, abbiamo avuto modo di approfondire come possano essere estremamente variabili, e questo non sempre in senso negativo, ma anzi sorprendentemente in senso positivo, come ragione principale per cui le cose, nella stragrande maggiornaza dei casi, vanno nel modo giusto.

Ma quello della resilienza è un campo parecchio esteso e articolato. Abbiamo cercato di darne delle definizioni per fornire un quadro sia delle sue origini che delle varie applicazioni nei campi più vari dello scibile umano. Ci sono però 3 casi che spesso vengono portati all’attenzione come esempio di resilienza nell’essere umano, Stephen Hawkins, Christopher Reeve e noi aggiungiamo anche Ray Ewry.

I primi due sono certamente i più noti, sono anche i più recenti e il loro esempio e impegno nel loro campo è stato di stimolo per molti.

Stephan Hawkins

Stephan Hawkins fra i più autorevoli e conosciuti fisici teorici al mondo, è noto soprattutto per i suoi studi sui buchi neri, sulla cosmologia quantistica e sull’origine dell’universo. Tra i suoi contributi più rilevanti figurano la radiazione di Hawking, la teoria cosmologica sull’inizio senza confini dell’universo (denominata stato di Hartle-Hawking) e la termodinamica dei buchi neri; la fruttuosa collaborazione con altri scienziati ha contribuito all’elaborazione di numerose teorie fisiche e astronomiche: il multiverso, la formazione ed evoluzione galattica e l’inflazione cosmica; sempre spiegate con chiarezza e semplicità, hanno raggiunto il grande pubblico attraverso numerosi testi di divulgazione scientifica.

Vincolato all’immobilità fisica ed incapace di parlare autonomamente dagli anni ottanta a causa di una malattia degenerativa del motoneurone (MND), diagnosticatagli già nel 1963 (probabilmente una forma rara ed a lenta progressione di sclerosi laterale amiotrofica o SLA, in inglese ALS), Hawking era costretto a muoversi in sedia a rotelle ed a comunicare con un sintetizzatore vocale.

Nonostante ciò la sua immagine pubblica, mediata da numerose apparizioni in documentari e trasmissioni televisive, è divenuta una delle icone popolari della scienza moderna, come già accaduto in passato ad Albert Einstein.

Christopher Reeve

Christopher Reeve raggiunge la fama internazionale nel 1978 interpretando il personaggio di Superman, l’eroe dei fumetti. Il 27 maggio 1995, nel corso di una gara a cavallo a Charlottesville, nel parco equestre Commonwealth a Culpeper, in Virginia, Reeve cadde rovinosamente da cavallo, riportando una lesione del midollo spinale cervicale, con conseguente paralisi permanente dal collo in giù (tetraplegia), perdita dell’uso degli arti e della capacità di respirare autonomamente (pentaplegia).

Da allora e sino alla morte, nove anni dopo, rimase su una sedia a rotelle e collegato a un respiratore artificiale.

Negli anni successivi all’incidente Reeve diventò un attivista nelle campagne a difesa dei diritti delle persone disabili e un grande promotore della ricerca sulle cellule staminali e la clonazione terapeutica, che sostenne anche attraverso una propria fondazione (la Christopher Reeve Paralysis Foundation). Con la moglie Dana fondò il Christopher and Dana Reeve Paralysis Resource Center, un ospedale a Short Hills, nel New Jersey, nel quale viene insegnato ai paraplegici a vivere in maniera il più indipendente possibile, compatibilmente con le proprie condizioni.

Ray Ewry

Infine il meno noto ai più Ray Ewry, soprannominato the human frog (la rana umana), è il detentore di 3 record del mondo in discipline ormai non più praticate di salti nell’atletica leggera:

  • salto in alto da fermo: 1,65 m
  • salto in lungo da fermo: 3,47 m
  • salto triplo da fermo: 10,58 m

Non male per chi durante l’adolescenza fu colpito dalla poliomielite e ricevette una diagnosi spietata – il ragazzo non sarebbe mai tornato a camminare, e avrebbe passato la vita su una sedia a rotelle – furono le parole dei medici.

Ewry non si diede per vinto, e decise di provare qualsiasi sforzo per vincere la malattia.

 

S’impegnò quotidianamente in un programma di esercizi fisici di sua invenzione per recuperare forza nelle gambe. Fu un precursore della ginnastica isometrica, basata sulla contrazione dei muscoli senza il movimento. I suoi sforzi e la sua dedizione furono ampiamente ripagati: non solo tornò a camminare, smentendo le fosche previsioni dei medici, ma passò alla storia per le sue gesta olimpiche.

Nel 1897 Ray Ewry, finita l’università, si trasferì a New York per lavorare come ingegnere idraulico. Nella metropoli scoprì un forte interesse per i Giochi olimpici, che erano stati ripristinati appena l’anno prima ad Atene. Si iscrisse ad un club di atletica, deciso a partecipare alla successiva edizione dei Giochi.

La prima partecipazione olimpica di Ewry fu nel 1900 a Parigi. Le tre gare di salto da fermo (in lungo, in alto e triplo) si svolgevano tutte nello stesso giorno, il 10 luglio. Ewry gareggiò prima nel lungo, dove vinse con la misura di 3,21 m. Vinse anche il salto triplo con 10,58 m. Infine, si aggiudicò anche l’alto facendo pure il primato del mondo con 1,65 m. Il pubblico francese rimase strabiliato dalla sua prestazione e lo ribattezzò “la rana umana”.

Si confermò campione olimpico di tutte e tre le discipline anche nelle successive Olimpiadi del 1904. Vinse l’alto con la misura di 1,60 m e il triplo con 10,54 m. Nel lungo riuscì anche a migliorarsi, e alla vittoria aggiunse il primato del mondo con 3,47 m, che non fu mai più superato in tutta la storia del salto in lungo da fermo.

Ewry partecipò anche ai Giochi olimpici intermedi, evento organizzato per festeggiare il 10º anniversario della I Olimpiade del 1896, ma non inserito nella cronologia ufficiale delle Olimpiadi. Vinse due gare, l’alto (1,56 m) e il lungo (3,30 m). L’altra sua specialità, il salto triplo, era stata eliminata dal programma dei Giochi. Nel 1908, Ewry, che aveva già trentaquattro anni, vinse altri due ori, nel lungo (3,33 m) e nell’alto (1,57 m). Quella fu la sua ultima partecipazione olimpica.

Continuò a gareggiare anche negli anni successivi, e tentò di qualificarsi per le Olimpiadi del 1912, ma senza successo. Dopo quell’Olimpiade, i salti da fermo furono esclusi dal programma olimpico. Ewry continuò a lavorare come ingegnere. Qualora si tenesse conto anche dei risultati delle Olimpiadi “non ufficiali” del 1906, Ray Ewry, con 10 vittorie olimpiche, sarebbe l’atleta che ha vinto più medaglie d’oro in tutta la storia dei Giochi olimpici dopo Michael Phelps.

Vedi anche https://twitter.com/JohannesBuckler/status/1594429523898077184

Fonte di ispirazione Twitter, approfondimenti e immagini Wikipedia e Wikimedia